No ALLE DIETE LOW-CARB PER CHI PRATICA ATTIVITà SPORTIVA
Chi non ha mai sentito parlare di diete low carb alzi la mano. Diffusissime già a partire dagli anni ‘90, ormai si discute di queste diete da molti anni, che nell’ultimo decennio si sono evolute fino a produrre un numero smisurato di fantomatiche diete in grado di promettere miracoli. Tra le più diffuse possiamo ricordare ad esempio la Atkins, la dieta Metabolica o la Paleodieta, fino ad arrivare alle più recenti dieta Dukan e Dieta Psmf (Protein Sparing Modified Fast); ma nonostante le diverse evoluzioni, alla base di questi regimi alimentari il principio cardine rimane sempre lo stesso: una grossa riduzione della quota glucidica introdotta.
Le diete low carb possono essere considerate tali infatti, quando forniscono meno di 100 g di carboidrati al giorno (le più estreme possono arrivare anche a 40 g), con una ripartizione tra i vari macronutrienti vicina a questi valori indicativi: 50-60% di lipidi, 20-30% di proteine e meno del 30% di carboidrati.
Ma questa riduzione glucidica può essere definita adatta a chi pratica sport?
La risposta è no. Tali quantità sono infatti molto lontane dal fornire all’organismo anche di un sedentario i carboidrati di cui ha bisogno per vivere (il 40% delle calorie giornaliere, in media, dai 140 ai 180 g), tanto più a chi pratica sport a un livello elevato (il cui fabbisogno di carboidrati sale decisamente).
Nonostante la ricerca ad oggi, abbia evidenziato alcuni miglioramenti metabolici come risultato di allenamenti a ridotto intake glucidico (Hawley e Burke, 2010), tuttavia, è dimostrato che l’allenamento con scarsa disponibilità di carboidrati risulti molto faticoso e che gli atleti comunemente si allenano molto meno intensamente durante una dieta low-carb. Anche la funzione del sistema immunitario, a causa dello stress associato a questi regimi alimentari, può essere compromessa, esponendo parzialmente l’atleta a un aumento del rischio di malattia o infortunio.
Quindi, in vista di un miglioramento della prestazione sportiva, questo tipo di dieta non sembra la scelta più indicata, poiché non è in grado di fornire al muscolo il corretto apporto energetico tra una sessione di allenamento e l’altra.
Numerosi studi consigliano invece l’assunzione di adeguate quantità di carboidrati prima (circa 2 ore), durante (carboidrati semplici in questo caso, come energia di pronto utilizzo, ad es. maltodestrine) e nell’immediato post allenamento o gara.
Oltre a questo, risulta fondamentale anche il carico di carboidrati nei giorni antecedenti all’impegno fisico.
Essendo il nuoto una disciplina sportiva di tipo “aerobico-anaerobico” misto, a soddisfare il fabbisogno energetico risultano principalmente CARBOIDRATI e LIPIDI e maggiore è l’intensità dell’allenamento, maggiore è nello specifico la richiesta di carboidrati, necessità che risulta inconciliabile con le diete low-carb.
Voi avete mai seguito diete a ridotto introito di carboidrati? Come vi siete trovati?
- Posted by Martina Pica
- On 20/02/2021
- 0 Comment